domenica 23 settembre 2012

Resurrection (Who)Man

E' ora. E' ormai ora. E' giunta. Anzi, forse era già arrivata da un (bel?) po' ma io non me la sono proprio filata.
L'ora di smetterla di scaldare la sedia, di (continuare a) prepararmi per essere pronta a cogliere il momento giusto, di aspettare che qualcosa si sblocchi nella mia vita, tanto niente si sblocca e non ci sarà probabilmente alcun treno da prendere al volo.

Ho finalmente preso a scrivere qualcosa.
Ad aprile Samanda era in Germania, per l'assistentato; adesso è a Dublino che lavora per la Lufthansa in qualità di addetta alla customer care. Ad aprile Giorgia festeggiava il suo compleanno in Ecuador, prima di essere rimpatriata per la dengue (scopro adesso che non è IL dengue); ora è a Londra che si barcamena - ma a testa alta - tra vari lavoretti. Ad aprile Veronica era in Abruzzo ad accompagnare come guida turistica i pensionati austriaci, mentre ora è a Linz dove lavora per un'agenzia di scommesse. E io?!?
Sempre e ancora qua, sempre allo stesso punto, all'inizio di tutto e (alla fine) di niente. Mi sono stancata di qualunque cosa, anche di quelle che mi piacciono, anche delle persone a cui voglio bene, che ormai sembrano più desiderose di complicarmi la vita con le loro paturnie che di aiutarmi a stare bene ed essere (felicemente) me stessa.
Solo una cosa resiste. In sottofondo risuonano le note di Berimbau di Baden Powell. Ed ecco un pensiero che ho trovato proprio poco fa che dirà quello che penso meglio di me:

Nelle case dei musicisti può cadere la penombra nei momenti difficili ma mai il buio. Nelle case dei musicisti un dio bambino ed indefinito gioca tra le corde di una chitarra o con la tastiera di un pianoforte. Nelle case dei musicisti puoi trovare un frigo vuoto e un armadio triste, ma non sarà mai vuoto né triste il sogno di un musicista. Un musicista vola di felicità per un accordo trovato, anche quando tutto intorno sembra contro di lui. I musicisti hanno un paradiso già pronto perché la musica e dio sono una sola cosa. I musicisti aspettano e poi aspettano ed aspettano ancora in un martirio che li vede fermi con gli occhi all'orizzonte ad osservare chi la musica la vende, l'offende, l'uccide. I musicisti possono aspettare tutta la vita un palco che non arriverà mai e solo da vecchi se ne faranno una ragione, bastando a se stessi con la dignità e la consapevolezza d'avere avuto al loro fianco la più bella compagna che avessero potuto immaginare...la musica.
(cit. Cristian Caprarese)


Listening to Berimbau - Baden Powell

2 commenti:

Baol ha detto...

Beh, l'importante è la resurrezione

Penny Lane ha detto...

Grazie, Lazzaro! :)