martedì 29 luglio 2008

I puntini sulle i


Riporto un articolo importante per le femminucce (e per i maschietti dotati di curiosità, sensibilità e intelligenza...e soprattutto di macchina fotografica). Non è che siamo paranoiche, è che ci hanno disegnate così (cioè paranoiche)...




(incipit l'articolo: non so come si mettono i link, quindi accattatevillo!)


«Ma sono veramente così?» Quante volte l'avete detto durante la vacanza rivedendo le foto nella macchina digitale («Cancella, cancella, cancella!») o le stampe appena ritirate dal fotografo? Non siete le sole.


Sono tantissime le donne a cui non piace vedersi in foto. Del resto basta vedere quelle che avete scattato: figli, nipoti, cani, gatti, paesaggi, amici, monumenti... ma quante sono quelle in cui ci siete solamente voi?


Con qualche chilo di troppo, con le occhiaie, con rughe o borse sotto gli occhi che neppure pensavate di avere così vistose: e via col fotoricco. Online sono ormai tanti i siti che per una manciata di soldi promettono di togliere l'effetto occhi rossi, donare una pelle di pesca e senza macchie, denti bianchissimi.


Linda Papadopoulos, una psicologa statunitense che ha lavorato alla trasmissione del Grande Fratello dice: «Noi donne tendiamo a odiare le foto di noi stesse più degli uomini perché siamo incoraggiate a credere di valere per come appariamo(*). La maggior parte di noi si fa problemi di aspetto. Una fotografia è peggio di uno specchio, perché siamo messe a fuoco in un modo diverso. Davanti a uno specchio possiamo allontanarci, spostare i capelli e cambiare posa. Ma in una fotografia non possiamo». Inoltre, sostiene la Papadopoulos, guardando una fotografia si tende a rivivere le stesse sensazioni di quando è stata scattata: «Se non vi stavate divertendo sarà difficile che vi sentiate bene riguardandovi».


David Lewis, psicologo esperto in percezione del corpo, sostiene che si possono distinguere tre tipi di immagine di noi stessi: una reale di come pensiamo di essere, una di come crediamo gli altri ci vedano e infine una ideale, che corrisponde a come vorremmo essere. «Il livello di gradimento delle fotografie che ci ritraggono dipende da quanto si avvicinano all'immagine ideale, non a quella reale. Così quella fatta con la giusta luce e angolazione, che dà un'immagine di noi più vicina all'ideale, sarà anche conservata più facilmente».


Un tempo, molto tempo fa, le persone tendevano a confrontarsi con parenti e vicini, dice ancora Linda Papadopoulos, «ma oggi lo facciamo con chi troviamo sulle riviste o sul grande schermo. Di solito si tratta di persone che, oltre a essere tra le più belle, sono al massimo dello splendore della giovinezza o della salute, oltre a essere curate da stilisti, parrucchieri e truccatori». Ma una buona notizia c'è: «Le fotografie non sono affatto rappresentative di come siamo in realtà. Sono solo la riproduzione di un momento statico. Le persone non sono mai così come in foto e il nostro modo di muoversi influisce. Da molti studi si è visto che dal vivo si ha sempre un aspetto migliore, anche perché riescono a emergere le qualità del carattere».

(exit)


(*): questa è la chiave di tutto! Ragazze, massiccie e incazzate! Ribelliamoci a 'sto modo di vedere e di vederci...che ammetto essere anche mio...Lo so da anni ma ancora non ne vengo fuori: forse se ne esce solo tutte insieme...

Nota: resta comunque da notare il tono consolatorio e ancora una volta "maschilista" dell'articolo. "Donne, non rimaneteci male se non siete belle come altre...in fondo, il vostro carattere viene fuori, nella vita di tutti i giorni..." Bastardi psicologi. Il vero invito doveva essere: fregatevene di far decidere a milioni di uomini impotenti, con la pancetta, spelacchiati, pieni di brufoli e doppio mento che voi dovete essere fighe per poter vivere normalmente. Siete belle più voi che quelle che si sottopongono a truccatori, parruccatori, massaggiatori, allenatori, chirurgatori e trasformatori vari...e siete anche più libere.
Il problema è rendersi conto che sta a noi aprire questa gabbia...il problema è riuscire ad aprire la gabbia, quando intorno tutti spingono la porta per richiuderla. Che se ne rendano conto o meno.

E che nessuna sciacquetta si azzardi ad aggiungere: perché voi valete. Grrrrrrr.

4 commenti:

Baol ha detto...

Ti ho messo tra i feed...dovrei riuscire a seguirti meglio ora...se non me ne dovessi andare in vacanza :D

Ciaoooo

pansy ha detto...

Perchè voi valete ahah ricordo ancora che prima che diventasse questo slogan era: PERCHE' IO VALGO! (Ancora peggio !!!)

stellastale ha detto...

spiegano pure che il modo di muoversi influisce... ecco perchè oltreallefoto ditruggere anche tante immagini video!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Penny Lane ha detto...

@ Baol: grazie, non merito di certo tanto onore! Ho letto sul tuo blog che sei in partenza...passa delle belle vacanze!!! E senza marroni di alcun tipo...(se vai al mare, il beige della sabbia non conta) :DDD
Un abbraccio a te e all'oceano.

@ Pansy: ciao, benvenuta! Concordo in pieno: lo slogan autoreferenziale era anche peggio..oltre che senza senso...
A presto e buona estate!

@ Stellastale: hai provato anche tu come me ad eliminare tutte le prove incriminanti?! ;)
Io ho un fratello che di solito colpisce senza scrupoli...da quando poi hanno inventato queste maledette digitali, 'sti òmini hanno perso qualsiasi ritegno...tanto non c'è il rullino! :"((